Sorveglianza attiva per il tumore alla prostata: revisione narrativa delle linee guida
Negli ultimi dieci anni la sorveglianza attiva di uomini con carcinoma prostatico localizzato è diventata un’opzione di gestione sempre più popolare, e sono state pubblicate varie serie di linee guida cliniche su questo argomento.
Le linee guida esistenti per quanto riguarda la sorveglianza attiva per il cancro alla prostata variano ampiamente, ma prevalentemente affermano che i pazienti più adatti per la sorveglianza attiva sono quelli con tumori pretrattamento in stadio clinico T1c o T2, livelli sierici di PSA ( antigene prostatico specifico ) inferiori a 10 ng/ml, punteggi Gleason alla biopsia di 6 o meno, al massimo una o due biopsie core tumorali positive e/o un massimo del 50% di cancro per campione core.
Dopo l'inizio di un programma di sorveglianza attiva, la maggior parte delle linee guida raccomanda misurazioni sieriche seriali di PSA, esami rettali digitali e biopsie di sorveglianza per controllare e identificare le indicazioni patologiche di progressione del tumore.
Le definizioni di riclassificazione della malattia e della progressione differiscono tra linee guida e vengono proposti molteplici criteri per l'inizio del trattamento definitivo.
La varietà di descrizioni dei criteri per il cancro della prostata clinicamente insignificante indica una mancanza di consenso sulle soglie ottimali di sorveglianza attiva e di intervento.
Un unico insieme di linee guida è necessario al fine di ridurre le variazioni nella pratica clinica e per ottimizzare il processo decisionale clinico.
Per abilitare le linee guida basate sulle evidenze, sono necessarie ulteriori ricerche che combinano le prove esistenti, anche raccogliendo informazioni da studi a più lungo termine. ( Xagena2016 )
Bruinsma SM et al, Nat Rev Urol 2016; 13: 151-167
Uro2016 Diagno2016